Leggo con favore l'impegno di Veltroni ad affrontare drasticamente la questione dei costi della politica e il suo invito al centrodestra a contribuire a sbloccare il Paese, e a superare la crisi del suo sistema democratico approvando l'intera riforma istituzionale, che prevede tra l'altro il Senato federale, una corsia preferenziale per i ddl del governo, la facoltà del premier di proporre la nomina e la revoca dei ministri.
Questo sarebbe davvero "il miglior servizio che il ceto politico italiano, in un momento di grande difficoltà, potrebbe rendere al Paese", come egli dichiara. Veltroni è anche favorevole a ridurre drasticamente la squadra di governo se Prodi lo riterrà opportuno fin da subito, da dopo le primarie, con il Pd pronto a fare la sua parte. Un'idea che condivido e che auspico, anche se mi sembra difficile che nella frammentazione delle altre forze che partecipano al governo - tutte alla ricerca di quel feticcio politico che è ormai la 'visibilità' - ci sia o ci possa essere la stessa determinazione.
A me già basterebbe, che con l'aiuto della legge elettorale da riformare, tutto questo si realizzi nel "futuro" governo, come dice Veltroni, e per "futuro" bisogna intendere non quello che verrà tra uno o due legislature, ma proprio il governo immediatamente dopo quello di Prodi.
Sono più interessato ad una solida prospettiva di abbattimento reale e duraturo dei costi impropri della politica, che a qualche taglio simbolico di uno o due ministeri o cinque sottosegretari, condito dalle solite risse per chi esce. Anche le operazioni simboliche bisogna saperle fare, ed ormai abbiamo bisogno di sostanza, più che di gesti simbolici.
Se poi verranno pure questi, tanto meglio; ma l'obiettivo vere sono riforme incisive e strutturali.
Questo sarebbe davvero "il miglior servizio che il ceto politico italiano, in un momento di grande difficoltà, potrebbe rendere al Paese", come egli dichiara. Veltroni è anche favorevole a ridurre drasticamente la squadra di governo se Prodi lo riterrà opportuno fin da subito, da dopo le primarie, con il Pd pronto a fare la sua parte. Un'idea che condivido e che auspico, anche se mi sembra difficile che nella frammentazione delle altre forze che partecipano al governo - tutte alla ricerca di quel feticcio politico che è ormai la 'visibilità' - ci sia o ci possa essere la stessa determinazione.
A me già basterebbe, che con l'aiuto della legge elettorale da riformare, tutto questo si realizzi nel "futuro" governo, come dice Veltroni, e per "futuro" bisogna intendere non quello che verrà tra uno o due legislature, ma proprio il governo immediatamente dopo quello di Prodi.
Sono più interessato ad una solida prospettiva di abbattimento reale e duraturo dei costi impropri della politica, che a qualche taglio simbolico di uno o due ministeri o cinque sottosegretari, condito dalle solite risse per chi esce. Anche le operazioni simboliche bisogna saperle fare, ed ormai abbiamo bisogno di sostanza, più che di gesti simbolici.
Se poi verranno pure questi, tanto meglio; ma l'obiettivo vere sono riforme incisive e strutturali.
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